I denti del giudizio fanno la loro comparsa nelle nostre bocche con sempre maggiore difficoltà. Questi ultimi molari, che erano di fondamentale importanza per i nostri antenati e che spuntano solitamente dopo l’adolescenza, oggi hanno perso la loro funzione originaria.
Oltre a non essere più utili alla masticazione sono piuttosto causa di molti fastidi, per questo si è portati a credere che sia sempre necessario toglierli. Ma è davvero così?
Quando estrarli e come curarli
I terzi molari sembrano essere ad oggi degli inutili intrusi all’interno delle nostre bocche. Un’eredità del passato senza una funzione reale nella masticazione ma che al contrario sono causa di svariate problematiche.
I denti del giudizio infatti sempre più spesso hanno grande difficoltà ad erompere correttamente in arcata.
Questo perché le nostre bocche si sono rimpicciolite rispetto al passato mantenendo però invariato il numero totale dei denti, causa di un vero e proprio sovraffollamento.
La conseguenza è che nella maggior parte dei casi rimangono bloccati senza riuscire ad eruttare completamente provocando frequenti infiammazioni e dolore.
La credenza che i denti del giudizio siano sempre da estrarre è comunque falsa.
Nei decenni scorsi proprio a causa dell’affollamento dentario si riteneva a prescindere che fosse utile estrarli.
Oggi si valuta ogni singolo caso. In base a eventuali segni o sintomi lamentati dal paziente, in quanto non sussistono evidenze chiare di utilità in termini di qualità di vita. Se non provocano fastidi e sono allineati agli altri si può tranquillamente lasciarli nella loro posizione.
Quali e quanti sono i denti del giudizio?
La bocca umana contiene in media 32 denti, 16 sull’arcata superiore e 16 sull’arcata inferiore, disposti in maniera simmetrica.
I denti del giudizio sono quattro: ottavi o terzi molari, due si trovato nell’arcata mascellare superiore e due nell’arcata mandibolare inferiore.
Spuntano per ultimi, a completamento della dentizione permanente.
Al contrario dei primi 4 molari, che iniziano a fare la loro comparsa già all’età di 6 anni, seguiti poi dal secondo quartetto all’età di 12 anni circa, possono rimanere silenti all’interno dell’osso per molti anni.
Fanno usualmente la loro comparsa fra 18 ed i 25 anni ovvero nel passaggio all’età adulta, o “del giudizio” appunto, ma possono anche non spuntare mai!
Infatti il loro sviluppo può avvenire anche solo in parte o restare nascosto alla vista e solo attraverso un esame radiologico è possibile l’eventuale presenza e monitorarne la crescita.
Ecco spiegato perchè alcuni di noi vedono spuntarne solo tre, due o neanche uno.
Quali i sintomi allarmanti?
La comparsa dei denti del giudizio è spesso accompagnata da svariati sintomi. I più fortunati lamentano solo un leggero fastidio alla gengiva altri invece devono fare i conti con una sintomatologia più importante e dolorosa.
Quando l’eruzione non avviene in maniera regolare, a causa della mancanza di spazio, può essere associata ad infezioni, gonfiore e arrossamento, sanguinamento gengivale. Ed ancora mal di testa, che può irradiarsi fino all’orecchio, difficoltà nella masticazione e nella deglutizione, comparsa di cisti e carie fino all’ingrossamento dei linfonodi del collo, in casi molto gravi.
In caso di comparsa di questi sintomi è consigliabile sottoporsi a una visita di controllo per valutare la necessità o meno di un’estrazione.
Quando si consiglia l’estrazione?
Di solito in odontoiatria si pratica un approccio conservativo, il cui obiettivo è salvaguardare il dente naturale del paziente.
Ciò, come sottolineato precedentemente, vale anche per i denti del giudizio in particolare quando il dente è ben erotto e allineato in arcata.
La loro estrazione è valutata, anche a scopo preventivo, solo nei casi in cui, si temano danni agli elementi dentari vicini.
Vediamo insieme i casi principali in cui si procede con l’estrazione:
Per recuperare spazio in arcata prima dell’ortodonzia. Da sottolineare che al contrario di quanto si pensava in passato non sono i denti del giudizio a disallineare i denti anteriori con la loro spinta quanto la risultante delle forze masticatorie che porta tutti i denti in avanti. Per questo non ha senso l’estrazione solo per impedire o bloccare il disallineamento dei denti anteriori.
Se il dente cresce con un orientamento sbagliato. Un esempio è l’eruzione orizzontale che può esercitare una pressione sugli altri denti provocando dolore e rischio di carie nella parte posteriore dei settimi, molto difficile da trattare.
In caso di dente Incluso. Nel caso in cui il dente cresca parzialmente o parte della corona sia sotto la gengiva, poiché è più alto il rischio di ascessi e fenomeni infiammatori nonchè la possibilità di danneggiare la radice dei denti vicini.
Nel caso in cui insorgano carie. A causa della loro posizione arretrata, scomoda da raggiungere con lo spazzolino i denti del giudizio non vengono efficacemente puliti e sono spesso soggetti a carie. Se questa risulta estesa si può decidere di procedere con l’estrazione in virtù del rischio di intaccare il settimo molare.
Quando il dente interferisce con la normale masticazione
Se esiste una patologia a livello odontoiatrico
Nel caso in cui i denti del giudizio siano associati a di tasche parodontali e piorrea.
Quali sono i rischi dell’estrazione?
A causa della vicinanza con le strutture nervose possono verificarsi fenomeni legati a disturbi della sensibilità come piccole parestesie momentanee, cioè perdite di sensibilità che possono interessare la lingua e il labbro.
Questo pericolo si presenta perché la radice del dente si trova vicino al nervo alveolare.
E’ importante sottolineare che a seconda del paziente l’estrazione del giudizio può essere tra le pratiche più semplici, oppure diventare più complessa. Molto dipende dall’anatomia del paziente, a seconda che il nervo sia più vicino o lontano rispetto al dente del giudizio.
In generale, i denti del giudizio superiori sono solitamente più semplici e legati ad una percentuale inferiore di problematiche a livello postoperatorio.
Cosa fare se ciclicamente hai ascessi o infiammazioni?
Accade con più frequenza rispetto a quanto si pensi di assumere antinfiammatori o addirittura antibiotici in modo da dare sollievo ai sintomi di un ascesso.
In casi come questi, è importante agire subito.
Le linee guida indicano di procedere con l’estrazione dopo un episodio di pulpite o tre episodi dolorosi dati dal dente del giudizio a distanza di un anno.
Ricorda che evitare l’estrazione prendendo un antidolorifico quando il dente si fa sentire è come “nascondere la polvere sotto il tappeto”.
Ogni sintomo va indagato per comprendere la causa ed agire con tempismo per mantenere a lungo nel tempo la salute della bocca.
Una curiosità
Come detto all’inizio del nostro articolo i denti del giudizio rappresentano un retaggio dei nostri antenati che, centinaia di anni fa ne avevano bisogno per masticare alimenti molto duri e carni crude.
Con il cambiare delle abitudini alimentari dell’uomo mandibola e mascella si sono modificate, rimpicciolite, ed i denti si sono adattati.
Secondo molti studiosi questa “evoluzione” delle nostre bocche non si fermerà portando ad una progressiva scomparsa di questi “inutili” denti.
Se quindi nella tua bocca i denti del giudizio non sono presenti puoi rallegrarti.
Oltre a risparmiarti svariati fastidi puoi ritenerti decisamente evoluto!